domenica 17 ottobre 2010

Basta un po' di vento...........

L'altroieri ero in macchina per l'ormai consueto andirivieni del venerdì, non ricordo nemmeno che ora fosse. Il tempo non era bello, si alternavano nuvole e sole e arrivavano improvvise folate di vento. 


Era la classica situazione da tempo instabile. 


Questa instabilità mi costringeva a fare su e giù con i finestrini: "però, sto venticello, tiro su..... sì però adesso c'è caldo, tiro giù.....".
La radio, la stazione locale che ascolto quasi sempre, stava trasmettendo una versione live di "Daughter" dei Pearl Jam e ad un certo momento, una folata di vento dal finestrino mi ha colpito il viso e la mia mente, per un tempo che penso non sia durato più di 2 secondi, è stata trasportata in quel live. 


Era come se fossi lì.


Con mio sommo dispiacere non ho mai assistito ad un live dei Pearl Jam, ma mi sono ricordato di quando spesso andavo ai concerti all'aperto e ad una cert'ora, spesso verso la fine dello spettacolo, si alzava un vento che si faceva strada tra la muraglia umana e arrivava a colpirmi risvegliandomi magari da quella sorta di "trance musicale" in cui a volte mi trovavo immerso; come per dirmi "oh, sveglia eh? ricordati che sei un umano e che fra un po' dovrai tornare a casa....".


Beh, in effetti a volte basta poco, non trovate?


sabato 16 ottobre 2010

Difficoltà di espressione del pensiero

Appare senza dubbio ovvio ai più tra di di voi quattro gatti che mi leggete, che vi possano essere periodi in cui la creatività non accompagna con egual passo il desiderio di comunicare qualcosa che possa risultare anche di minimo interesse.
Voglia di scrivere ce ne sarebbe pure, ma la dura realtà è che non riesco a trovare, tra i tanti pensieri che popolano il mio organo cerebrale, uno che possieda i requisiti giusti per essere portato alla luce con chiarezza tale da poter risultare facilmente tradotto in scritto; facilmente perché a quest'ora non riesco ad affrontare cose difficili.
Ci vorrebbe, che so, una specie di arpione, di uncino, per afferrare il capo di uno dei pensieri intrecciati, stirarlo, farlo uscire dal groviglio ed esaminarlo, magari con l'ausilio di una piccola luce fredda da passare avanti ed indietro per osservare il suo stato, per vedere quanto esso sia perfetto o viziato dalla posizione assunta per un certo periodo di tempo, per misurarne la lunghezza e decidere se esso sia tale da poter essere trasferito in rete in pochi minuti e se possa risultare comprensibile e di facile lettura per chi magari si trovasse a passare di qui.
Ma, cari amici, questo non è sempre possibile.
Stasera, e da qualche giorno, l'arpione si è perso e quindi i pensieri non vengono fuori dal groviglio, e se mai ne venissero fuori la luce che occorrerebbe fredda sta assumendo toni troppo caldi e soffusi che non consentirebbero un esame appropriato e non porterebbero a nessuna conclusione concreta, tangibile, leggibile.

Bene, però una cosa sono riuscito a farla: ho svolto un piccolo esercizio di stile per dirvi quello che avrei potuto dire in maniera più semplice, e cioè che sono giorni che non ho un cazzo da scrivere.

'Notte, eh?

lunedì 11 ottobre 2010

Il declino del PD lo si legge dai manifesti

Stamattina ero in macchina in una zona a sud di Roma e passando sotto un cavalcavia ho notato che un muro era completamente tappezzato di manifesti del PD locale contro la "riforma" (sarebbe meglio chiamarla: distruzione del pubblico a favore del privato) della sanità laziale dell'ex camerata Polverini.
Mi dico: "bene, è ora di cominciare a tappezzare i muri denunciando le schifezze che questa combriccola sta perpetrando".
Il fatto è che gli "amici" del PD non sanno più nemmeno dove stanno.
Perché?
Perché tra i paesi indicati, che si troveranno senza più ospedale, c'è ARRICCIA, sì, avete letto bene, non ARICCIA, con una R sola.
Schiavi del correttore automatico?
Sì, ma cazzarola, un coglione che guarda la bozza prima di mandare il manifesto in stampa no, eh?
Con questa organizzazione lontano non si va......
Mi spiace di non aver potuto fare la foto, stavo guidando e non potevo accostare, ma se mi ricapitano per strada scatto e posto......

mercoledì 6 ottobre 2010

Nemo propheta in patria sua

Mai detto più azzeccato di questo per descrivere la situazione che vivo da anni, situazione che mi spinge sempre di più a "riconsiderare la mia presenza" nell'azienda dove lavoro da più di 20 anni.
E' vero, per molti è così: si ricevono più attestazioni di stima e di rispetto al di fuori del proprio ambiente di lavoro.
Quando vado in giro per le visite ispettive, quando vado a fare il docente nei corsi, quando parlo con gli esterni all'azienda tutti mi riconoscono competenza ed in un certo senso "prestigio" nei campi nei quali lavoro ormai da anni e nei quali una piccola posizione me la sono guadagnata.
Rientro qui e trovo sempre le solite teste di cazzo, le stesse che hanno avuto la faccia da culo di dirmi che non sapevo fare il mio lavoro, lo stesso lavoro per cui all'esterno sono persona rispettata.
Tutte le mattine mi guardo allo specchio e mi dico "ma che cazzo ci stai a fare ancora lì?".
Già, che ci faccio qui?
Galleggio, in attesa di trovare uno straccio di rotta verso una condizione migliore......

domenica 3 ottobre 2010

Mah, permettetemi di essere scettico e controcorrente....

Dunque, cercano di attentare alla vita di Belpietro (?????) e subito dopo gli amici e i suoi datori di lavoro ne approfittano per individuare nel "popolo di internet" le radici del "clima d'odio", mah......
'Sta cosa puzza di pesce marcio.....