sabato 25 dicembre 2010

Strategie per sopravvivere in azienda: dalle divergenze sulle virgole un esempio applicabile in maniera più estesa

Aneddoto-autobiografico:
Ho svolto (ahimé tanti anni fa….) il servizio militare come sottotenente nel corpo tecnico dell’esercito.
Nel nostro lavoro (lavoro è veramente un’esagerazione….) ci capitava talvolta di scrivere delle note tecniche su delle prove effettuate, note che poi sottoponevamo al vaglio del colonnello a capo della sezione.
Ora, questo personaggio, un tipo piuttosto colto e raffinato che qualche volta è comparso anche in tv interpellato come esperto, aveva un vizio terribile: quello di non essere mai d’accordo sulla posizione e sull’opportunità delle virgole e questa sua idea non sempre era in linea con le regole della sintassi.
Puntualmente era tutto un “qui io metterei una virgola”, oppure “eh no qui la virgola non va”.
Arrivò il giorno in cui, dovendo sottoporre la mia nota al solito turbinio di virgole, decisi di non mettere nemmeno uno di questi graziosi segni d’interpunzione nel testo; andai dal colonnello e gli feci leggere la nota.
Subito lui disse col suo solito tono pacato, ma autorevole e sempre piuttosto snob: “ma non ha messo nemmeno una virgola!”.
Ed io risposi: “Ah, ha ragione, Signor Colonnello” e facendo finta di estrarre qualcosa dalla tasca, dissi “ecco qua, gliene ho portate un po’ in questo sacchettino, faccia lei…..”.
Lui mi guardò, dapprima un po’ alterato, ma poi con perfino un mezzo sorriso, disse “vada, vada, e mi porti la nota con le virgole messe dove lei meglio ritiene…….”.
Da quel giorno in poi, però, fino al mio congedo, non mi fu mai più corretta una virgola…………

Da questo piccolo accadimento, quando ho avuto a che fare con persone che hanno la mania di correggere anche quando non serve, come per dare la propria impronta ad un documento (ma allora scrivitelo tu, no?), ho sempre adottato atteggiamenti simili.
E’ inutile affaticarsi a scrivere tanto e ad essere pignoli quando si ha a che fare con questi finto-perfezionisti, tanto a loro non andrà mai bene.
Quindi invece di dire direttamente “ma allora scrivitelo da solo….”, scrivo delle cose molto approssimate e scarne, in modo che il perfezionista dei miei coglioni non scriva il documento, ma me lo detti…..
Eh sì, cari amici, io in quel posto non ci sto più bene, e allora: massimo risultato col minimo sforzo.


2 commenti:

  1. ricordo ancora una delle persone più ignoranti che ricordi, dirigente amministrativo, laureata in giurisprudenza che di fronte ad una correzione grammaticale mi disse di non cercare di insegnargli l'italiano, che d'altronde conosceva pochissimo... ma vaffncl!

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